Fate is inexorable Rpg

Miglior Role
Merlin
L'idea della guerra distesa di fronte ai Regni lo terrorizzava; la responsabilità che posava sulle sue spalle sarebbe solo aumentata quando su di lui sarebbero gravati anche quei regni che avrebbero accettato – Arthur era il Re, ma egli si considerava la voce della ragione del sovrano, poco udita e per questo ancora più rabbioso quando venivano commessi errori – un peso non indifferente. Se solo avesse avuto più potere, se solo le Fate glielo avessero concesso...
Incipit di trama
Nessun uomo fino ad allora, dei pochi che erano giunti sin lì, si era rivelato degno di cingere quell'elsa.
Nessun umano, a quei tempi, credeva persino nella sua esistenza. Nessuna Fata, dunque, si sarebbe abbassata a temere le azioni di un Re, di qualunque portata fossero.
Non pronunciarono la domanda che rimase ad aleggiare su di loro, sino a che Nimue si risolse a risponderne.
«Attenderemo. Continueremo a compiere il nostro dovere, a custodire, e addestrare le Prescelte. Fino a quando una parte non sarà decisa.»
Fino a quando la Pietra non sarà reclamata con il sangue.
Fino a quando Excalibur vedrà la luce.

Se di luce ne resterà.
Cry havoc and let slip the dogs of war
Link Rapidi
But fate, as Merlin always taught us, is inexorable. Life is a jest of the Gods, Merlin liked to claim, and there is no justice.
Wyrd bið ful āræd.
«Excalibur?» Domandò Merlino, quasi divertito all’idea. Galvano sbuffò. «È una stupida storia per bambini.» Allargando le braccia, Bors cacciò una risata, e fu Derfèl a parlare al posto dell’uomo. «Lo erano anche i lupi, le fate ed i Druidi, secondo la tua mente ristretta, eppure non hai ucciso un Licantropo proprio la scorsa Luna, fratello mio?» Ed a quel punto, ognuno tacque, mentre Artù osservava silente tre tra i propri più fidi uomini, la fronte corrugata e la brama d’essere colui che, infine, avrebbe portato la pace in quel Regno ridotto a polvere, maceria e fame. Una Guerra era alle porte, tuttavia, Artù vi avrebbe posto la fine. «Per la Britannia,» urlò solo, elevando il calice.
La mano affonda nel terreno, saggiandone la compattezza. Impronte di bestia dipingono il suolo malleabile, tramutandole per una cacciatrice esperta in una mappa celante un tesoro – un tesoro dall’aspetto di una fiera indomabile, fauci spalancate ed artigli che tagliano la carne. Il suono di un corno la riporta al presente, distraendola dalla caccia. Gli ansiti e gli ululati si trasformano in un’orchestra di suoni mossa a dividere la famiglia che nell’oscurità si cela, tuttavia abituata ai giochi d’infamia prodotti dai lupi – lycan, dice la leggenda, il mostro che la notte di plenilunio ti osserva con la fame di sangue nelle iridi purpuree. «Oltre i rami,» sussurra la voce roca di William al suo orecchio, un avvertimento dal tono tinto di malizioso divertimento. È un uomo che gode nel premere il proprio pugnale nella bestia braccata, ammirarne il terrore negli occhi – un cacciatore che annusa l’aria e capta anche il più silenzioso dei movimenti. «Tieni la testa bassa, se non vuoi essere divorata.» La fanciulla storce il naso, v’è una risata alle loro spalle che riconosce essere del proprio padre, ed abbandona così la postura rigida delle spalle per rilassarsi. Dietro di lei la famiglia è pronta a proteggerla, le balestre sollevate ed i pugnali baciati dall’argento più prezioso e letale. È un istante creato su un respiro ed un battito di ciglia quando la creatura si palesa dinanzi agli occhi della giovane, ringhiando minacciosamente, le sclere inglobate dall’oscurità più buia. Le dita tendono la forte corda dell’arco, abbandonando poi con grazia la freccia dalla punta argentea, costringendola a vibrare nell’aria prima di conficcarsi tra gli occhi del lupo. Un colpo rapido, che non lascia scampo – l’ultima cosa che Petra ode, prima d’abbassarsi il cappuccio ampio e mostrare un sorriso soddisfatto, è il fischio d’apprezzamento di Ruth. «Niente male per una ragazzina,» William la supera, seguito da un uomo più alto, i tratti maturi del viso distesi in una serena espressione di pacatezza. Jeff si ferma al fianco delle figlie, osservando il primogenito afferrare il cadavere della preda caduta. «Così si conclude la nostra ultima missione, è giunto il momento di ricongiungerci ai vostri fratelli. Vostra madre scrive desiderosa di vedere quanto siete cambiate, in quest’ultimi anni.» Poggia la balestra sulla spalla ampia, mentre Ruth rotea gli occhi e Petra nasconde una risata dietro la mano guantata. «Sì, padre.»
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